Arte: tra espressione e cura
Si parla spesso del rapporto tra arte e psiche. Di come artisti, famosi e non, siano stati capaci trasportare nella loro produzione artistica il loro mondo interiore e metaforico. Di liberare il pensiero e le emozioni, e di comunicarle al mondo tramite il canale artistico (fotografia, pittura, cinema, musica, etc).
Lo stesso Freud, parlava di creazione artistica come sublimazione di pulsioni sessuali ed aggressive. Sublimare, quindi elevare una pulsione non sempre accettabile socialmente e renderla altro. Convergerla in qualcosa di comprensibile, di leggibile agli altri, come è l’arte. Arte che ci può piacere, che ci può fare arrabbiare, che capiamo e che cogliamo in un istante. Arte che seppur tramite spiegazione non riusciamo a capire, ad amare. A farla nostra.
Così sono le emozioni e le cose che esterniamo o che spesso ci teniamo dentro. Alcuni le capiscono, le avvertono, altre persone non le colgono affatto. Dal pittore e disegnatore più capace, a chi, come me, è bravo solo a fare “scarabocchi”, sarà chiaro a tutti come l’espressione artistica possa essere mezzo potente di comunicazione di una persona per esprimere stati interiori, emozioni dicibili e non.
L’azione del buttare fuori tramite un disegno, un dipinto, ma anche una canzone, una poesia è espressione vitale in quanto esprime parte dell’essenza della persona comune come dell’artista. Recentemente mi è capitato tra le mani un articolo del 2013, scritto da un collega, riguardante il rapporto tra dolore e arte. Nello specifico di dolore fisico. E’ interessante, a mio parere, come l’arte possa aiutare una persona in difficoltà e che prova dolore (cronico e non) a trovare una valvola di sfogo e di cura, uno spazio di espressione non solo delle angosce ma anche della sua fisicità. Del male che sente. Del dolore fisico che strazia il corpo e di conseguenza che stanca la mente.
Se avete tempo e voglia, vi suggerisco di leggere l’articolo “Il dolore cronico che si fa arte: l’esempio di Frida Kahlo” del Dr. Stefano Totaro pubblicato su Pain Nursing Magazine il 23 dicembre 2013 (scarica l’articolo in formato pdf).