Che cos’è il training sofrologico e a che cosa serve?
La Sofrologia (dai termini greci: “sos=armonioso”, “phren=coscienza”, “logos=parola”) nasce nelle scuole mediche europee.
Inizialmente rappresenta una trasformazione della “Scuola di Ipnosi Clinica” dell’Università di Madrid, di cui il professor Alfonso Caycedo fu direttore. Essa si basa su tre obiettivi fondamentali: lo studio scientifico della coscienza umana; la pratica di una filosofia e di una disciplina esistenziali; una terapia e un metodo di addestramento della personalità.
Come afferma il professor Caycedo: “La Sofrologia è una scienza che non si occupa tanto della terapia, quanto della prevenzione delle malattie (…); interviene sull’uomo sia in quanto individuo, ma anche in quanto risultante dalle interazioni del gruppo sociale in cui si esprime e si caratterizza, e dall’ambiente in cui opera e vive (…).”
Platone aveva utilizzato il termine sophrosine per indicare uno stato particolare psico-somatico prossimo all’ipnosi; questa condizione era ottenuta, nell’antica Grecia, attraverso il terpnos logos, ossia un modo di parlare lento, dolce, monotono. Anche oggi utilizziamo questa tecnica per il training sofrologico[1], durante il quale la persona raggiunge uno stato di rilassamento psico-fisico, una condizione di calma e il contatto con la coscienza interiore, che gli permettono di raggiungere un processo suggestivo, instaurato attraverso le parole del sofrologo, che ripete pensieri mirati alla soluzione del suo stato patologico. La convinzione più diffusa quando si parla di suggestione, è che si tratti di qualcosa di negativo, di falso o mistificatorio. Il problema non consiste nella capacità della mente umana di farsi suggestionare, ma nell’uso proprio o improprio che viene fatto di questo fenomeno, poiché ognuno di noi si autosuggestiona, ma si lascia anche suggestionare dai messaggi che arrivano dall’ambiente circostante (ad esempio dai mass-media). La nostra mente, infatti, assimila e trasforma in realtà fisica (azioni, comportamenti, convinzioni) ogni pensiero, nel caso dell’autosuggestione, o suggerimento verbale, nel caso della suggestione, venga ripetuto con costanza e potenziato da sensazioni ed emozioni. Ed è proprio qui la forza della sofrologia: la suggestione è un fatto psicologico a cui tutti noi siamo soggetti, che obbedisce a leggi interiori precise che, se conosciute e rispettate, consentono di utilizzare l’autosuggestione e la suggestione in modo consapevole e mirato.
La ripetizione di induzioni verbali, fatto in uno stato di rilassamento, permette di raggiungere risultati ottimali per quanto riguarda la valorizzazione della personalità, la padronanza di sé, l’eliminazione di difetti, complessi o vizi (ad esempio tabagismo, alcolismo, fobie, ansia, insonnia, obesità, depressione, malattie gastrointestinali).
dr.Giulia Zambardi
[1] Pagliuca E., Sanseverino O., Elementi di training sofrologico. Vegor Internazionale Editore, 2011, Milano.